giovedì 12 dicembre 2013

RAGAZZI MI VOGLIO SCUSARE PER L'ASSENZA MA HO AVUTO UN ESAME UNA

SETTIMANA FA E QUESTI GIORNI SONO IMPEGNATA NEL PRESIDIO DELLA MIA

CITTà.....HO TANTI SOGNI CHE PERO QUESTO PAESE, CADUTO IN UNA SUBDOLA

DITTATURA NASCOSTA STA UCCIDENDO!!!! QUESTA DITTATURA MEDIATICA,

POLITICA, ECONOMICA è COME UN VIRUS CHE SILENZIOSO MA LETALE STA

DISTRUGGENDO IL NOSTRO PAESE E IL NOSTRO FUTURO, LA NOSTRA

DEMOCRAZIA, LA NOSTRA CITTADINANZA LA NOSTRA DIGNITA'!

VOGLIO LOTTARE, PERHè L'ITALIA è IL MIO PAESE E PRIMA DI SENTIRMI

COSTRETTA AD ANDARMENE PER AVERE UN FUTURO 

DIGNITOSO, VOGLIO PROVARE A SPERARE, ANCHE SE SOLO PER UN ULTIMA

VOLTA CHE QUESTA ITALIA SI RIALZI! 

A PRESTO! E CREDETECI ANCHE VOI!



martedì 26 novembre 2013

Le Petit Prince

 
«C'est une folie d'haïr toutes les roses
parce que une épine vous a piqué,
 
d'abandonner tous les rêves
parce que l'un d'entre eux ne s'est pas réalisé,
 
de renon...cer à toutes les tentatives
parce qu'un 'a échoué...
 
C 'est une folie de condamner toutes les amitiés
parce qu'une vous a trahi,
 
de ne croire plus en l'amour juste
parce qu'un d'entre eux a été infidèle,
 
de jeter toutes les chances d'être heureux juste
parce que quelque chose n'est pas aller dans la bonne direction.
 
Il y aura «toujours une autre occasion,
un autre ami, un autre amour, une force nouvelle.
 
Pour chaque fin il y a toujours un nouveau départ...» 
 
-Le Petit Prince-
(Antoine de Saint-Exupéry)



 
 Immagine da Flickr di Jinho.Jung
“E’ una follia odiare tutte le rose
perché una spina ti ha punto,
 
abbandonare tutti i sogni
perché uno di loro non si è realizzato,
 
rinunciare a tutti i tentativi
 perché uno è fallito.
 
E’ una follia condannare tutte le amicizie
perché una ti ha tradito,
 
non credere in nessun amore
solo perché uno di loro è stato infedele,
 
buttare via tutte le possibilità di essere felici
solo perché qualcosa non è andato per il verso giusto.
 
Ci sarà sempre un’altra opportunità,
un’altra amicizia, un altro amore, una nuova forza.
 
Per ogni fine c’è un nuovo inizio.”

                                                                                  




sabato 16 novembre 2013

Che cos è per me (te) la disabilità?


Mi ricollego al post precedente. 
Provate a rifletterci e se volete, a farmi sapere come la pensate per avere un risconto.

Mi scuso se risulto un pò pesante su questo ma vi prego di rifletterci, è una questione a cui tengo moltissimo!!!


Per me la disabilità è:

Mi rimane difficile rispondere con la frase “ per me la disabilità è…”, preferisco usare l’espressione “ credevo che la disabilità fosse…” in quanto, nelle ore di lezione svolte ho voluto fin da subito cancellare l’idea che avevo sulla disabilità.
Consideravo la disabilità come una condizione irreversibile della vita delle persone, consideravo il disabile come una persona affetta da qualche malattia grave e incurabile, provavo compassione  perché ritenevo che quella persona avrebbe passato la sua vita ai margini della società, per colpa della società stessa.

Non ho mai pensato a che cosa fosse per me la cura per la persona disabile, ciò credo che sia derivato dal fatto che, come ho riportato precedentemente, essere disabile significasse essere una persona incurabile. Per me il disabile non poteva far altro che rassegnarsi alla sua condizione.
“ E’ cosi, non si può fare niente…poverino.”
Credo che per me la cura fosse semplicemente qualche esercizio di riabilitazione, nient’altro.
Questo era ciò che pensavo sulla disabilità, come credo questo sia il pensiero che hanno ancora molte persone.
IO avevo, nei confronti del disabile, un atteggiamento vittimistico.


Dopo aver visto il video, dopo le ore di lezione, dopo aver letto che cos’è la disabilità e che cos’è il deficit, scriverei esattamente quello che ho letto, non perché qualcuno mi ha detto, o qualcuno ha scritto “la disabilità è” ma perché, dopo aver distrutto la mia idea su di essa, ho ascoltato, con la mente libera dai “se” e dai “ma”, riuscendo a ricostruire una nuova concezione sulla disabilità e sulla persona disabile, facendo diventare mio questo pensiero.
Per me quindi la disabilità è un prodotto causato dall’interazione con il deficit della persona e con l’ambiente.
Prima provavo compassione per il disabile ora provo rabbia, non certamente verso di lui, ma verso questa società piena di vittimismo e falsità, una società che non riesce ad andare oltre il dato oggettuale che sia fisico, psicologico mentale, ecc … una società che si sente nel giusto e si sente “buona” a dire “ma poverino” una società che fa finta di creare integrazione perché non riesce a far altro che mascherare la “diversità” , che ha paura di usare il termine “diverso” così facendo credo non faccia altro che creare un disagio.
La prima parte del “il circo della farfalla”  credo riporti l’immagine di una società cattiva e ignorante,  il lato estremo, il rifiuto,  ho “letto” il film come se fosse una linea del tempo dove il rifiuto (la prima parte del video) era il passato e la seconda parte  il nostro futuro, il traguardo per la vera prospettiva dell’ inclusione, il riscatto del disabile, la sua possibilità di poter andare oltre il dato oggettivo e mostrarsi e mostrare quello che può e sa fare.
Per ora per me “disabilità”, “disabile”, è la società, in quanto il disabile diventa tale nel ritrovarsi di fronte “all’incapacità (o non volontà) del contesto socioeducativo di affrontare i problemi del deficit…”.  A causa quindi, non della sua situazione, ma  “ alle scelte, ai ritardi dei “normali” ”(Citato L. Guerra)

La cura del disabile ora credo che sia il trovare strade, percorsi, creare ausilii sempre più utili per la sua integrazione, farlo sentire capace di poter fare, tirar fuori al meglio le sue capacità.
Per rendere possibile questo credo che prima di tutto dobbiamo curare noi stessi, noi                “ normali”, dobbiamo fare un percorso su noi stessi di decostruzione dell’idea che abbiamo sull disabilità e su chi lo porta il/un deficit.
Il nostro compito è quello di far uscire le capacità, le possibilità, di quella persona o ragazzo, e per far questo prima di tutto dobbiamo fargli credere che “è possibile”.
Dobbiamo riuscire a tirar fuori la capacità fondamentale per poter attivare di conseguenza le altre : la fiducia in sé steso.
Come fare questo percorso se siamo spesso noi i primi a credere che la mancanza di quel braccio, di quella gamba, la presenza della sindrome di down, siano ostacoli grandi, fattori fondamentali per renderti “incapace di poter fare”?!?!?!
Oltre questo credo che il secondo step per la cura sia creare un contesto adatto per diminuire l’apertura di forbice tra la normalità e la disabilità. Si è creato per esempio l’ ausilio della sedia a rotelle, molto utile ma non credo sia arrivato al massimo della sua possibilità, come far sentire la persona a “suo agio” sopra una sedia a rotelle se, banale esempio, per potersi prendere un caffè deve trovare quel bar, magari uno su dieci della sua città, con una pedana!?
Quindi c’è bisogno di pensare di più alla diversità perché c’è, esiste, e solo pensandola si può farla realmente esistere e  lavorarci per renderla una “speciale quotidianità”.
Il terzo step della cura è accogliere, non giustificare, non compatire , altrimenti si finirebbe nella semplice spettacolarizzazione. Credo che tutti questi step siano correlati e vengano prima della cura a livello medico/sanitario, per poter arrivare a non avere più quel pensiero stereotipato sula disabile e il suo deficit che ci porta a dire frasi del tipo :“ Poverino, la sua vita non sarà mai normale, non avrà mai tutti le possibilità per…” questo pensiero è il primo ostacolo per il disabile, perché un atteggiamento del genere è la prima cosa che preclude la possibilità “di”, “per”…

In altre parole tutta la cura per il disabile, e il concetto di disabilità, 
credo siano due fattori che ruotino intorno alla cura del nostro pensiero.




"PIù GRANDE è LA SFIDA, Più GLORIOSO SARà IL TRIONFO."



Ciao amici lettori, compagni d'avventura, l'alto giorno ho pubblicato quello che a grandi linee dovrebbe essere la figura dell'educatore, come avrete capito il mio interesse è orientato verso la disabilità, allora ecco che ora vorrei confrontarmi con voi su: "che cos'è la disabilità!?", quesito che ci era stato proposto, accompagnato da un video di un corto, durante una delle lezioni del corso di "Pedagogia speciale".

Io vi vorrei riproporre sia il quesito sia il video, che spero funga come "mediatore" per poter ragionare meglio, entrare meglio in un ambito grande, dove a volte sembra difficile muoversi come quello della come la disabilità.

A lezione la professoressa ci aveva proposto l'esercizio di dire che cosa per noi era la disabilità, poi guardare il corto e rispondere nuovamente alla domanda.

Io vi consiglio di fare lo stesso per mettervi più in discussione altrimenti guardate il filmato e rifletteteci su!!!!



UNA GRANDE SFIDA ,PER UN INFINITO TRIONFO.



venerdì 15 novembre 2013

Educatore.

Ciao ragazzi allora, tutto il percorso del progetto ancora deve iniziare, ma nel frattempo possiamo confrontarci su altro,no??

Il compito dell'educatore?????
Per me, come prima cosa, un educatore deve essere capace di vedere il “limite” che c’è, esiste  ma anche quello di saper guardare oltre, non fermandosi al dato oggettuale.

Il compito fondamentale è quindi quello di  portare il soggetto con cui sta intraprendendo un percorso riesca ad avere fiducia nelle proprie capacità che quindi, pur riconoscendo il suo limite riesca a dire “ io so, posso, voglio fare!”.
L’educatore ha il compito di operare usando la “filosofia d’intervento” e fare in modo che essa venga rispettata.
Per operare in questo modo ha il compito di battersi il più possibile col fine di distruggere le barriere per poter arrivare ad una vera prospettiva dell’inclusione.
L’educatore non ha il compito di seguire e di passare del tempo con un bambino che presenta dei deficit solo per colmare dei vuoti, al contrario, ha il compito di non far creare, a priori, dei vuoti nella vita della persona, altrimenti la figura dell’operatore diventa a sua volta una barriera, un impedimento alla socializzazione.
L’operatore non può e non deve, starsene in fondo alla classe o uscire per svolgere attività extra con un bambino, l’operatore non può e non deve essere una figura d’intralcio ma solo di supporto, ed ha il compito di pretendere che questo venga fatto o che ci s’impegni a trovare una strategia per rendere questo possibile, altrimenti il metodo e il pensiero delle scuole speciali credo che non sia stato abolito ma solo spostato da un ambiente all’altro e camuffato.
Detto questo penso che oltre al compito di operare abbia il compito di portare avanti una sfida: deve esigere più rispetto per la sua figura e il suo operato.
L’educatore è colui che passa molto tempo con il bambino/ragazzo/adulto, molto di più delle altre figure professionali, l’educatore instaura con la persona un’interazione, un rapporto di fiducia, è colui che scopre qualcosa durante la quotidianità che la diagnosi non ha potuto, svelare, è colui che conosce le interazioni forti tra quella persona e il suo contesto. L’educatore è quella persona a cui il bambino/ragazzo/adulto fa spesso molto riferimento, è colui che conosce quel bambino come persona e non solamente come caso diagnosticato, conosciuto attraverso la lettura di una descrizione in qualche documento.
Penso quindi che L’educatore oltre ad avere il compito di integrare il bambino, fargli acquisire fiducia in sé ed autostima, abbia il compito di riscattare la sua stessa figura, di pretendere di essere ascoltato, di potersi alzare in piedi ed esclamare “ No! Non è così, sarebbe meglio intervenire in questo modo perché ho notato che……”
La figura dell’ educatore non è quella del baby-sitter o del compagno dei giochi, quindi non può e non deve essere così poco considerata,.
L’idea  che L’educatore sia una figura professionale è ancora molto lontana e credo che questo incida molto sul progetto della prospettiva inclusiva  che, ho paura di dover pensare, rimanga ancora per tanto tempo un traguardo molto, molto lontano.

E per voi????

mercoledì 13 novembre 2013

Mappa mentale .



Così spiego la "Mappa mentale"!

Ottimo metodo per approcciarsi allo studio di un paragrafo o capitolo di qualsiasi genere con i vostri bimbi, semplice e veloce ma bisogna conoscerla e saperla usare a seconda delle necessità del bimbo!

Metodo usato sopratutto con in bimbi DSA ma potrebbe rilevarsi, anzi lo è sicuramente, efficace e divertente per tutti, persino per noi!!!!

Divertitevi provando a studiare un capitolo del libro del vostro prossimo esame usando questa strategia, io aspetto un vostro riscontro, io mi sono divertita!!!

Il programma da me utilizzato è "Xmind" ma presenta dei problemi per salvre l'elaborato, provate "Freemind" o altri che potete trovare nel link che ho postato precedentemente "Iniziamo"

Iniziamo...

Ciao!!
Volevo darvi una visione un pochino più completa di quello che ho intenzione di fare in questo periodo; cioè conoscere bene il territorio in cui vivo ponendo l'attenzione su tema DISABILITA'- INCLUSIONE in modo da poter elaborare un piccolo progetto ( ancora in fase di definizione, o meglio costruzione) per poter migliorare il livello di vita dei bambini con disabilità, aumentandone l' inclusione e diminuendone l' handicap.
Passo per passò inizierò ad inserire dati effettivi con la situazione del territorio e del contesto.
Prenderò in esame il territorio Fanese in quanto:
1. Abito a Fano, quindi mi preme migliorare il mio territorio che manca di certi servizi.
2. Il territorio mi è più familiare quindi mi sarà più facile muovermi per la ricerca di dati e informazioni!!

Nonostante si tratti di un territorio ben definito forse i dati, anche se rilevanti per me, possono esserlo meno per voi, ma spero che, appunto volendo usare questo blog come un PLE, tutto ciò che conviderò possa in qualche modo tornare utile anche a voi, magari riadattandolo per le vostre esigenze. E spero inoltre di poter ricevere da voi tante belle idee da mettere in pratica !!

Mi piace pensare che ci potranno essere scambi di idee per migliorare i nostri contesti di vita, di crescita.
Mi piace pensare che attraverso questo PLE si crei una rete di idee.
Perché insieme, è sempre meglio!!

Ora ho voluto provare a segnare dei punti base per iniziare a "pensare" come attuare un progetto.
Ho scelto di utilizzare la mappa mentale per rendere il tutto più schematico e chiaro possibile.




http://www.karmaweb.it/2012/03/mappe-mentali-i-migliori-programmi-gratuiti/
Io, per ora, ho scaricato il programma Xmind ma presenta difficoltà per salvare il tutto in PDF perche credo che essendo free non sia la versione completa, per questo ho salvato la mappa come immagine.

martedì 12 novembre 2013

PLE?!

Il PLE," Personal Learning Environment", traducibile in "Ambiente personale d'apprendimento", può essere, anzi a mio avviso deve essere considerato come una delle nuove strategie didattiche, quindi un sistema di apprendimento.
L'ambiente d'apprendimento infatti si propone di essere un metodo per acquisire e scambiarsi informazioni, organizzare e controllare il proprio apprendimento.
Può essere uno spazio sia fisico che informatico. Ora vorrei provare a costruire il mio PLE in questo spazio riservato, riguardo un preciso argomento che tratteremo inseguito, in modo da poterci scambiare informazioni, conoscenze, metodi curiosità per approfondire un determinato tema e quindi accrescere il nostro apprendimento!! E' importante porsi un obiettivo per rendere efficace il PLE e il successivo apprendimento,  organizzare gli spazi e decidere su quali reti muoversi, quali strumenti utilizzare secondo le nostre necessità, pensando comunque di rendere il tutto, più completo possibile.
Potremmo considerare il PLE come una piattaforma virtuale da condividere attraverso svariati canali d 'informazione (Foutube, Facebook, Wikipedea... etc etc) per allargare, ampliare, integrare la propria rete di conoscenze!! Non si apprende solo a scuola ma anche divertendosi a casa, magari creando e personificando un blog personale facendolo diventare il proprio PLE virtuale!

Allora pronti ad intrecciare i nostri PLE, informazioni, rendiamo funzionale questa nuova strategia davvero utile per poter avere una formazione e informazione sempre in crescita, senza mai dovervi rinunciare!

 "Il verso sapiente è colui che sa di non sapere"
Socrate.





 (Image by:Chris P Jobling -flikcr)




http://it.masternewmedia.org/tecnologia-insegnamento/ambienti-di-apprendimento/PLE-personal-learning-environments--20070617.htm