venerdì 15 novembre 2013

Educatore.

Ciao ragazzi allora, tutto il percorso del progetto ancora deve iniziare, ma nel frattempo possiamo confrontarci su altro,no??

Il compito dell'educatore?????
Per me, come prima cosa, un educatore deve essere capace di vedere il “limite” che c’è, esiste  ma anche quello di saper guardare oltre, non fermandosi al dato oggettuale.

Il compito fondamentale è quindi quello di  portare il soggetto con cui sta intraprendendo un percorso riesca ad avere fiducia nelle proprie capacità che quindi, pur riconoscendo il suo limite riesca a dire “ io so, posso, voglio fare!”.
L’educatore ha il compito di operare usando la “filosofia d’intervento” e fare in modo che essa venga rispettata.
Per operare in questo modo ha il compito di battersi il più possibile col fine di distruggere le barriere per poter arrivare ad una vera prospettiva dell’inclusione.
L’educatore non ha il compito di seguire e di passare del tempo con un bambino che presenta dei deficit solo per colmare dei vuoti, al contrario, ha il compito di non far creare, a priori, dei vuoti nella vita della persona, altrimenti la figura dell’operatore diventa a sua volta una barriera, un impedimento alla socializzazione.
L’operatore non può e non deve, starsene in fondo alla classe o uscire per svolgere attività extra con un bambino, l’operatore non può e non deve essere una figura d’intralcio ma solo di supporto, ed ha il compito di pretendere che questo venga fatto o che ci s’impegni a trovare una strategia per rendere questo possibile, altrimenti il metodo e il pensiero delle scuole speciali credo che non sia stato abolito ma solo spostato da un ambiente all’altro e camuffato.
Detto questo penso che oltre al compito di operare abbia il compito di portare avanti una sfida: deve esigere più rispetto per la sua figura e il suo operato.
L’educatore è colui che passa molto tempo con il bambino/ragazzo/adulto, molto di più delle altre figure professionali, l’educatore instaura con la persona un’interazione, un rapporto di fiducia, è colui che scopre qualcosa durante la quotidianità che la diagnosi non ha potuto, svelare, è colui che conosce le interazioni forti tra quella persona e il suo contesto. L’educatore è quella persona a cui il bambino/ragazzo/adulto fa spesso molto riferimento, è colui che conosce quel bambino come persona e non solamente come caso diagnosticato, conosciuto attraverso la lettura di una descrizione in qualche documento.
Penso quindi che L’educatore oltre ad avere il compito di integrare il bambino, fargli acquisire fiducia in sé ed autostima, abbia il compito di riscattare la sua stessa figura, di pretendere di essere ascoltato, di potersi alzare in piedi ed esclamare “ No! Non è così, sarebbe meglio intervenire in questo modo perché ho notato che……”
La figura dell’ educatore non è quella del baby-sitter o del compagno dei giochi, quindi non può e non deve essere così poco considerata,.
L’idea  che L’educatore sia una figura professionale è ancora molto lontana e credo che questo incida molto sul progetto della prospettiva inclusiva  che, ho paura di dover pensare, rimanga ancora per tanto tempo un traguardo molto, molto lontano.

E per voi????

2 commenti:

  1. Ciao Laura:) purtroppo come dici tu ancora noi educatori non siamo riconosciuti, ma, a mio parere, dovrebbero fare un albo come per altre professioni. Questo perchè noi educatori siamo chiamati ovunque ad intervenire, spesso anche in campi non prettamente nostri

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  2. Ciao Elettra, ovviamente concordo pianamente. Per ora siamo un po' visti come i "tappa buchi", "baby-sitter", non possiamo esprimerci quasi mai, dobbiamo solo fare quello questo, quell'altro, ma noi dobbiamo credere di poter cambiare le cose!!! =) Facciamoci un grande in bocca al lupo!!!! =)

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